Iago D. R.
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Da amante di borghi, castelli e fotografando tutto ciò che ha fare con il mondo medievale, decido dopo aver visitato tanti altri castelli del ducato di Parma di andare a Compiano.
Un piccolo borgo davvero suggestivo.
Essendo il castello anche una struttura ricettiva decido di dormirci.
Partendo da Milano la mattina con un nebbione pericoloso in autostrada e attraversando mezzo Appennino dopo più di 3 ore di strada raggiungo il borgo alle tre e mezza di pomeriggio.
Sbrigato il check-in, la visita del castello (da pagare a parte anche per i clienti dell’hotel) parte con una giovane ragazza inesperta dalla dialettica carente e che soprattutto sembra aver imparato a memoria un copione da recitare agli avventori in modo piuttosto pedestre e sopratutto impersonale.
La stessa non è capace di creare nessuna empatia con il cliente eppure il posto, con le stanze e le mura davvero suggestive che di storia son intrise ne avrebbero da raccontare…
Innanzitutto va fatta una premessa molto importante: più che una visita storica e medievale di un maniero di mille anni ci si focalizza sulla vita dell’ultima proprietaria: la marchesa Gambarotta, il suo modo di arredare le stanze e la sua passione per il collezionismo di oggetti, molti di origine orientale.
Una bella stanza del castello è adibita alla ricostruzione di un salotto cinese con tavolo, sedie, poltroncine, artigianato orientale, statuette di Buddha e perfino un gigantesco paravento da interno intarsiato con scenografie dell’antico oriente. Così anziché essere a Compiano vi sembrerà di stare a Pechino.
Quindi consiglio: fate bene attenzione se vi recate, come me, per fare un salto nella storia medievale tutto ciò non avverrà e il sogno si spegnerà subito!
La storia del castello verte sull’ultima proprietaria,ma è un peccato scordarsi di tutto il resto che è accaduto precedentemente: di un castello di mille anni vorrei conoscere le sue vicissitudini, le gloriose battaglie,gli amori delle dame, le leggende dei fantasmi,i cavalieri e i cortigiani. Ma di tutto ciò il nulla.
Per finire chiedo alla guida, qui viene la parte terrificante dell’atteggiamento umano. È possibile salire sulle torrette di avvistamento? (cosa che avrebbe dovuto proporre lei come in tutti i castelli che si rispettino) per fare una foto veloce con i bellissimi colori autunnali del tramonto. Risposta: “NO NON SI PUÒ È VIETATO, al massimo potete tornare l’otto di dicembre che organizziamo una visita guidata sui camminamenti esterni e le torrette!”
Oppure,potete andare a chiedere alla reception se vi accordano questo permesso.
Eh certo penso tra me e me perché siccome il tramonto dura tre ore, ora che scendo le numerose scale andando a pietire l’attenzione per aprire una porta che dovrebbe essere aperta e compresa nella visita non economica di 10€ per quattro stanze, trovo ancora il sole che mi aspetta per calare tra le colline.
Oppure da Milano torno apposta l’otto dicembre, siccome è “vicino e comodo”.Ma per favore.
La mattina dopo scopro per puro caso che le torrette esterne sono adibite a luogo per fumatori con tanto di tavolini sedie e posacenere per chi come noi soggiorna nell’albergo.
Ma come, tu guida che lavori nel castello che si compone di poche stanze non sai che le torrette sono aperte e visitabili in autonomia e per di più spazio per fumatori? Tanto da inibirmi l’acceso a un posto pubblico.
Purtroppo il giorno dopo invano è stato il mio tentativo di fare qualche foto perché il castello riversava in uno stato spettrale immerso nella nebbia dove il paesaggio era completamente nascosto e inghiottito da un triste grigiore .
La stessa tristezza e cattiveria incommentabile di questa guida che ha negato in modo perentorio una richiesta così semplice da esaudire.
In tutto questo in fase di check out della stanza alla receptionist esprimo il mio disappunto dell’accaduto e dell’atteggiamento ostile della guida causandomi una tristezza profonda, ma non una mossa per tutelare il cliente scontando o omaggiando almeno la visita.
Allego foto della nebbia a veridicità di quanto scritto.